Quest'oggi voglio proporvi un confronto fra le due opere gialle più conosciute e rinomate del panorama nipponico, scritte rispettivamente da Gosho Aoyama, e l'accoppiata Kanari / Amagi (vero nome Tadashi Agi).Si tratta di due manga ancora in corso di produzione, e che figurano all'interno della classifica dei prodotti più ristampati di sempre.
In passato, da persone evidentemente superficiali, sono state spesso messe sul medesimo piano. In realtà, se escludiamo le componenti predisposte del tipo, mi sento senza dubbio di affermare che DC vanta un target più ampio e può tranquillamente essere definito "commerciale".
Non a caso, Aoyama non ha mai disdegnato il fanservice, immettendolo con grande sapienza; in questo sono stati fondamentali diversi fattori (commedia), grazie ai quali ha reso ricco il proprio titolo.
Il primo è la trama: nonostante gli sviluppi avvengano ormai di rado (complice due cose: una struttura buona ma schematica, che la condiziona, e l'apprezzamento di cui Detective Conan gode come settimanale), l'autore può vantare una delle storie meglio costruite dell'ambito shonen, capace di generare interesse e priva di incongruenze. Il punto di forza è rappresentato proprio dai casi che la compongono.
In secondo luogo vi sono le vicende amorose: sappiamo tutti che costituiscono una forzatura in contrasto col genere, tuttavia non si può ignorare come molti legami vengano approfonditi, anche se il modo in cui occorre talvolta denota mancanza di originalità.
Per tutto ciò, tolleriamo maggiormente ad egli le sue ultime produzioni, che hanno evidenziato un calo nella sceneggiatura e scarsa suspense.
In Kindaichi (più splatter, più dramma, casi più lunghi con ritmo narrativo più dinamico e maggiori avvenimenti) il discorso è differente, giacché è incentrato unicamente sulla parte gialla, che viene sviscerata in ogni sua forma.La soprannaturalità, denigrata da molti, è un elemento ricorrente ma di pura facciata, con cui si gioca spesso.
Vi troverete inoltre davanti a qualcosa di più maturo, introspettivo, e soprattutto emergerà la visione dei creatori nei confronti di un tema di grande rilievo: la giustizia.
Difatti, saranno facilmente riscontrabili personalità dal passato tragico, ricche di paure e angosce, con le quali sarà possibile immedesimarsi. Mediante la loro figura, ci verranno impartiti grossi insegnamenti di natura morale.
Parlare di questo in Detective Conan equivale ad entrare in un campo minato, in quanto vigono parecchi pareri contrastanti per una precisa scelta dell'autore: ossia la caratterizzazione estremamente marcata del protagonista.
A causa di Aoyama (che esprime i suoi pensieri attraverso questo personaggio), sostengo che Shinichi sia penalizzato da un accostamento messo in chiaro sin dall'inizio, quello con Sherlock Holmes.
Da quest'ultimo ha ricavato tutto, anche un tratto caratteriale che impedisce alcuna varietà nei casi.
Difficile parlare dei PG, dato che il raffronto si pone tra due scuole di pensiero diverse che hanno il merito di non essersi snaturate; con la trama in mezzo, DC ha il costante bisogno di introdurne, finendo per lasciare indietro gli altri e risultare piatti. Anche in Kindaichi gli stereotipi non mancano, ma in generale spiccano per aspetti più concreti e reali.
Realistico è anche il ruolo a cui viene relegata la donna nel manga serializzato sullo Shonen Magazine: secondario. Questo sottolinea un lato non edificante della società giapponese, ovvero il forte maschilismo.
Avete ragione, avrei potuto essere più prolisso.
Mi ero prefissato però degli obbiettivi precisi: farvi conoscere le opere elencandone le proprie peculiarità, ma menzionando al contempo i difetti, per un'analisi a tutto tondo.
Si tratta di un articolo scritto unicamente in funzione di una determinata categoria, per la quale i dettagli non sono necessari.
La scelta fra questi prodotti di qualità dipende esclusivamente dalle esigenze di un lettore / spettatore.
Alla prossima.