Segui @PipebombTeller Pipebomb Teller: aprile 2014

lunedì 14 aprile 2014

Detective Conan Movie 17 – L’investigatore privato nel distante mare

 
È finalmente giunto il momento di pubblicare l’articolo di cui vi parlo da innumerevole tempo.
Come ogni recensione riguardante un prodotto basato su un’anime, sconsiglio la lettura a chi non l’ha mai visto, data la forte presenza di spoiler.
Sto parlando del diciassettesimo lungometraggio di Detective Conan, la principale opera di Gosho Aoyama, il quale grazie al suo giallo mi ha permesso di affacciarmi al mondo dei manga ormai 6 anni fa.
In ogni caso, questa volta non devo parlare di Aoyama, visto che del prodotto in questione si sono occupati gli animatori; per fortuna, aggiungo, perché se questo caso fosse opera sua, la mia stima nei suoi confronti sarebbe considerevolmente calata.
Voglio esordire con un’affermazione ironica quanto veritiera; la fiera dell’illogicità.
Ci troviamo dinnanzi non solo ad una delle peggiori produzioni degli ultimi anni, ma bensì a livello globale.
I film di DC, che nel corso degli anni si sono distinti molte volte da quelli di altri anime in quanto a qualità della trama e suspense, questa volta escono abbastanza ridimensionati.
Personalmente dopo la parentesi Yamamoto, nutrivo grande speranza in Shizuno, il direttore degli ultimi 2; che pur non raggiungendo livelli eccelsi, ha prodotto 2 film che complessivamente, malgrado alcune forzature (che comunque non mancano neanche nella serie), sono risultati abbastanza godibili.
La vicenda avviene a bordo dell’Egida, un incrociatore delle forze di autodifesa giapponesi, in cui viene ritrovato un cadavere privo del braccio sinistro. Successivamente verremo a sapere della presenza di una spia all’interno della nave, denominata “X”.
Il prodotto nell’impostazione non si discosta da ciò che solitamente viene proposto, anche se questa volta, così come nel quindicesimo, va registrato uno sviluppo della trama (fra l’altro neanche particolarmente appassionante) molto lento e incostante, complice il fatto che i sospettati vengono presentati in maniera abbastanza superficiale e non si rendono mai protagonisti di gesta rilevanti, finendo per perdersi in segmenti immessi a scopo promozionale (ovviamente inerenti al mezzo su cui la storia si svolge) e davvero fini a se stessi.
Inutile dire che questo stimola poco la persone a effettuare congetture sul caso.
Quello che a mio avviso salta subito all’occhio, è che il caso si erge su pochissimi elementi, in parte dettati dal modo in cui il finale è impostato, ma che chiaramente non contribuiscono ad accrescere la suspense, che in questo film risulta ai minimi storici. Sarebbe anche il caso di aprire una parentesi in merito alle soundtrack, che trovo poco coinvolgenti, ma dopotutto questa cosa è già stata rammentata sui forum per gli episodi della saga attuale, che oltre ad essere poveri a livello di tematiche, tendono ad essere penalizzati da ciò.
Inoltre il tanto pubblicizzato flashback è funzionale solo alla scena finale (per quanto forzata), tuttavia i dialoghi risultano subito molto banali.
Il motivo dell’inserimento di esso mi sembra chiaro, creare curiosità ed attirare i fan nelle sale cinematografiche; per la cronaca intento perfettamente riuscito, dato che questo film in patria vanta il primato di più visto della serie. 
 
Ritengo sia giunto il momento di spendere qualche parola a favore dei personaggi.
Inutile la ricerca continua di illudere i fan circa l’identità del capitano, dato che il comandante della nave interagisce spesso con lei, pertanto tale ipotesi risulta immediatamente campata per aria.
Da sicuramente fastidio, poiché perdono tempo a sostenere un’assurdità e tralasciano gli altri componenti, finendo per penalizzare il lavoro.
Come spesso capita, il cast è ampio e la distribuzione dei ruoli non è equa (e tantomeno mi aspetto che lo sia, perché altrimenti avremmo 11 protagonisti), tuttavia è palese come in questo lungometraggio venga riservato spazio solo a pochi personaggi, con qualche scelta narrativa discutibile e l’eccessiva esaltazione del protagonista.
Questo, come scontato che sia, sfocia in forzature, una delle quali vede quest'ultimo lanciare una violenta pallonata contro la torretta, sequenza che poi porta alla cattura della spia infiltrata.
Inoltre sfugge con grande agilità ai vari controlli e all’attenzione dello staff a bordo.  
Da menzionare pure che l’accoppiata composta da Ai e Agasa, collabori unicamente a distanza con il protagonista. Questa cosa viene introdotta per la prima volta nei film (nel manga contrariamente l’abbiamo vista svariate volte).
D’altro canto Heiji, che ricopre un ruolo palesemente simile a quello del quattordicesimo, commette un errore che denota qualche lacuna nella trama, lasciando da sola Kazuha con il rischio che venga assalita, cosa che poi si concretizza.
Risulta ovvio che gli animatori abbiano cercato un pretesto per permettere di dare il via al segmento finale riguardante i due.
A voler essere pignoli, è forzato anche il fatto che prelevi sotto gli occhi di tutti la sostanza ritrovata sul corpo della vittima.
È vero, si tratta di esigenze narrative, ma questo mette comunque in mostra una scarsa dose di originalità.
Non c’è limite al peggio quando quest’ultima apprende inconsciamente un’informazione rilevante ai fini della trama (il fatto che Ai nell’organizzazione fosse una scienziata), e, come è giusto che sia, non giustificano tramite i personaggi presenti nemmeno il motivo di quella affermazione.
Perfettamente logico, no?
Altra nota dolente, Ran.
Nella serie, mi duole ammetterlo, è un personaggio statico e fortemente penalizzato dalla lentezza con cui la trama procede, tuttavia anche qui non figura positivamente.
Mi sono letteralmente messo la mani nei capelli quando Conan ha dovuto dire a lei (una ragazza di 17 anni eh, quasi una mia coetanea) di spostarsi a destra per la realizzazione della foto, non accorgendosi che tutti gli altri avevano cambiato posizione a causa dell’arrivo dell’avvenente capitano.
Ben più eclatante è il fatto che non scappi con il bambino dinnanzi ad “X” (e c’erano tutti gli estremi per farlo), cosa che poi porta alla sua caduta in mare.
Si tratta di un espediente narrativo utilizzato per accumulare 20 minuti.
Peraltro non vi è spazio per la componente comica, e personaggi strettamente legati a ciò come Kogoro, faticano ad emergere.
Ciliegina sulla torta, Sonoko, i Detective Boys e i già citati Ai, Agasa e Kazuha, si limitano a poche battute.
Ho comunque apprezzato l’intelligente scelta di riproporre Ayanokoji, visto che la vicende accadono a Kyoto. Con il ruolo di Heizo non si discosta da quello adottato nella serie.
A livello tecnico, come da qualche tempo per l’anime, tendono a calcare notevolmente il tratto per i profili e i primi piani.
Temo di essermi dilungato: sostanzialmente per gli standard dell’opera il prodotto gode di un contesto atipico, che però poteva senz’altro essere valorizzato maggiormente. Purtroppo non si riesce più a proporre qualcosa che non presenti forzature, e la parte delle indagini, molta piatta, non riesce nel compito di accrescere la suspense.
Aggiungiamo che per arrivare all’identità di “X”, basta una conclusione abbastanza prevedibile e semplicistica.
Consiglio vivamente di passare ad altro, poiché fra tutti i film del franchise di DC, c’è senza dubbio di meglio. Superiore solo all’undicesimo e al dodicesimo.

Voto: 5
Alla prossima, che verosimilmente sarà per i pronostici di Extreme Rules.
Vi lascio con un’immagine tratta da Wrestlemania VI di Ultimate Warrior, scomparso prematuramente a causa di un infarto dopo l’introduzione nella Hall of Fame ed il ritorno a Raw.