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giovedì 1 gennaio 2015

Serie A – Mercato Invernale 2015: Gli Acquisti Delle “Big”


Ben trovati e buone feste: in concomitanza con l’avvio della sessione invernale del mercato, ho deciso di scrivere un articolo in cui indico gli acquisti che reputo necessari per rendere le squadre di prima fascia del nostro campionato, ancor più competitive.
È chiaro che le rose potrebbero essere ulteriormente migliorate, ma io oggi indico quelle che sono le priorità.
Contrariamente alle stagioni passate, sono in programma già colpi di grande rilievo, finalizzati a trasformare favorevolmente l’annata.
Dedicato ironicamente a tutti coloro che parlano di un “mercato di riparazione”.


Come preventivato il problema non è legato alla conduzione tecnica; ho già avuto modo di parlare di questa squadra, ponendo la mia attenzione principalmente sull’organico, che rappresenta la vera piaga.
L’intento di Mazzarri era quello di riportare l’Inter a competere per lo scudetto, progetto speculare a quello assegnatogli dalla società partenopea nel 2009, che l’ha poi reso uno degli uomini più desiderati d’Italia (naturalmente in ambito sportivo, LOL).
Risulta più complicato tutto ciò quando ti ritrovi giocatori mediocri, e lo stesso Mancini pare essersene accorto.
Uno degli esempi più eclatanti che posso portare a sostegno delle mie tesi, è costituito dall’incontro tenuto contro la Roma nell’omonima città lo scorso 27 novembre: tutto ruota attorno al centrocampo.
In quella circostanza sono state realizzate due reti, ma su palla inattiva e a causa di una deviazione. Inoltre, è emersa la qualità degli avversari, con Pjanic e Nainggolan liberi di inserirsi e sganciarsi.
Ecco quello che manca. Verosimilmente con un regista capace di mettere ordine (figura caduta sempre più in disuso nel calcio), l’Inter consegnerebbe ai propri attaccanti molti più palloni.
Non a caso, è da sempre abitudine dell’allenatore quella di allargare gli interni in modo da sovrapporli ai difensori, sfruttando la velocità.
Certo, ci sono Kovacic e Hernanes, ma è evidente come Mancini li veda in altri ruoli, e non mi riferisco agli esterni, tattica adottata da egli per spingere la società a comprare giocatori funzionali al modulo che intende applicare.


Il Milan necessita di sfoltire, effettuando al contempo qualche acquisto mirato, in modo da consegnare ad Inzaghi una prima punta (Menez generalmente lungo la propria carriera è stato troppo incostante) ed un regista per migliorare il possesso e le occasioni.
Non lasciatevi ingannare, questa squadra ha numerosi limiti in quella posizione:

Van Ginkel pecca in profondità
De Jong non vanta la precisione adatta per ricoprire un ruolo simile, è un semplice mediano di rottura.

Rimane Montolivo, il quale tuttavia gode di estrema sopravvalutazione. Personalmente, mi affiderei ad altri interpreti.
Con gli accorgimenti giusti, c’è la possibilità di formare un centrocampo compatto con Bonaventura divenuto ormai imprescindibile (per tutto quello che lascia in campo), e Poli che ha la tendenza di avanzare.
Occorre anche migliorare il gioco (davvero brutto, nonostante sia in ripresa da alcune giornate) e i tempi d'intervento della difesa.

Napoli che mirava al campionato, ma che si trova ben lontano dall’obbiettivo dichiarato.
Non basta una Supercoppa vinta ai rigori con grande caparbietà in quel di Doha, a spazzare via tutti i dubbi e le incertezze che hanno imperversato per questo girone d’andata.
Caratteri dominanti? Difesa e centrocampo: tendenzialmente soffrono e perdono troppe palle, l’inserimento di un mediano di livello sarebbe fondamentale.
Nota a margine per Aurelio De Laurentiis: temo che il presidente, per questioni legate al bilancio, non possa più offrire garanzie finanziarie per effettuare l’ultimo salto, quello utile a portare questa società all’atteso titolo nazionale.
E smettiamola di mettere continuamente in discussione Benitez, che è solo un privilegio.
Sostanzialmente, la Roma deve rinforzare due reparti: attacco e porta.
In un gioco composto prevalentemente da lanci lunghi provenienti dalle fasce, la presenza di Totti, il quale sbaglia spesso molti appoggi e fatica sul piano del ritmo, risulta inutile.
Come alludevo, si tratta di una squadra che sfrutta gli esterni per le ripartenze, sotto questo aspetto è mancato Iturbe, valutato a peso d’oro.
Le noti dolenti non si fermano qua; De Sanctis, fresco di rinnovo, è apparso incerto e poco costante.
Con questi due aggiustamenti, i giallorossi diverrebbero completi.
Sembra destinata a protrarsi la telenovela legata a Strootman, che verosimilmente raggiungerà Louis Van Gaal a Manchester la prossima estate.
Da risolvere anche la vicenda Keita, che giocando basso in questa prima parte della stagione, ha svolto un lavoro egregio.

Dopo circa 5 mesi, mi sento di affermare che Allegri si è inserito con grande intelligenza nell’ambiente juventino, attuando il cambio del modulo con i tempi giusti, senza imporre le proprie idee. A differenza di altri (ogni riferimento a Luigi Delneri e al suo intramontabile 4-4-2, è puramente casuale).
Scelta corretta per una squadra che per quanto forte, stava divenendo ripetitiva negli schemi.
In una situazione in cui aveva solo da perdere (e per questo lo ringrazio), il livornese ha saputo rimodellare una squadra che ora è in grado di gestirsi bene senza eccessivi sforzi agonistici, malgrado alcuni elementi debbano coprire più campo.
Spazzati via anche i dubbi circa il ruolo di Lichsteiner, il quale non ha faticato a adattarsi in una difesa composta da 4 giocatori. Prevedibile viste le caratteristiche che possiede (attacca, ripiega, spinge e si propone).
Tuttavia è evidente come il tecnico necessiti di ulteriori ricambi, dopo un mercato estivo assolutamente non all’altezza.
Penso infatti che i campioni d’Italia, prima del processo di rinnovamento della rosa in estate (assolutamente necessario), debbano migliorare due reparti: difesa e attacco.
La prima non è assolutamente all’altezza, soprattutto se la dirigenza mira ai quarti di Champions League, mentre il reparto offensivo è in vera e propria emergenza: Llorente, malgrado venga spesso servito male, è un giocatore statico e utile solo per le sponde. D’altro canto Tevez, che nelle ultime ore ha esternato la sua volontà di non prolungare il contratto, ha raggiunto i 30 anni ed è molto altalenante.
In Italia, complice la decadenza del nostro calcio, il sistema mediatico tende ad innalzare a “Top Players”, professionisti che non meritano tale appellativo, e l’argentino non sfugge a questo principio.
Corre e si sacrifica, ma vanta innumerevoli difetti.
Non si può dormire sereni nemmeno con il classe ‘92 Alvaro Morata, bravo a dare profondità, il cui intento è quello di rientrare a Madrid e essere l’erede di Benzema.
I dati parlano chiaro, alla Juventus serve un attaccante garanzia assoluta di reti: i tre hanno segnato la metà delle reti totali complessive.
Sul trequartista non mi esprimo: in quel ruolo vige un assoluto sovraffollamento, con Pereyra che ha saputo integrarsi bene, e quando si sbloccherà, sarà un elemento fondamentale.
Lo stesso Perotti, esterno del Genoa dotato di classe, piedi docili, dribbling e cambio passo che disorienta (nonché ottimo in tutte le fasi), ad oggi non è indispensabile.
Da valutare invece la situazione Vidal, apparso poco lucido e disordinato in questa prima parte della stagione.

Alla prossima.

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